Macerie in Emilia, il terremoto ha aggravato la crisi
Katia Ancona e Federico Formica
I danni, le distruzioni di un terremoto che ha piegato l’economia delle province di Ferrara e Modena. Quattro operai sono morti, diecimila aziende agricole al collasso. E case, e palazzi storici annientati. Il reportage fotografico de Linkiesta.
23 maggio 2012 - 13:13
Il terremoto del 20 maggio ha colpito dritto al cuore l'economia dell'Emilia. Disseminati lungo la sconfinata pianura Padana che unisce le province di Ferrara e Modena si contano centinaia di capannoni industriali, fienili, magazzini agricoli e casolari distrutti. Uno dei più importanti serbatoi agricoli d'Italia è al collasso: nei comuni coinvolti dal sisma ci sono 10.000 aziende agricole e centinaia di strutture per trasformare lavorare i prodotti della terra.
Secondo una prima stima resa nota dal ministro delle Politiche Agricole Mario Catania i danni economici per il settore supereranno i 200 milioni di euro. E c'è un'altra stima, al ribasso, che calcola in 150 milioni di euro i danni per le aziende associate a Unindustria Ferrara. Nei primissimi giorni post-terremoto sono rimasti a casa 13.000 lavoratori. C'è chi aspetta l'agibilità del negozio, del magazzino o della fabbrica in cui lavora. C'è chi un posto di lavoro non ce l'ha più.
Sotto i capannoni di tre industrie – la Ceramiche Sant'Agostino, la Tecopress e l'Ursa – quattro operai sono morti, sepolti dalle macerie. Capannoni ed edifici di recente costruzione, accartocciati da un terremoto di media potenza. Anche per questo la procura di Ferrara ha aperto quattro fascicoli, uno per ogni vittima. L'ipotesi è omicidio colposo.
Le due vittime si chiamavano Leonardo Ansaloni, di 51 anni, e Nicola Cavicchi di 35 che stava sostituendo un collega malato.
L'industria di ceramica che si è sbriciolata come un biscotto era una costruzione piuttosto recente.
Appena fuori Camurana un capannone agricolo è crollato. Il fienile accanto, invece, Ë rimasto in piedi.
Lungo le campagne di Mirandola, Camurana, Cavezzo e Medolla è un susseguirsi di edifici agricoli ridotti in macerie
A pochi metri dalla Ceramiche Sant'Agostino c'è il capannone della Gia. Qui si fabbricavano condimenti in bustine.
Sotto le macerie della Gia non è morto nessuno. La notte tra sabato e domenica, infatti, l'edificio era vuoto.
Nella zona industriale di Medolla una rivendita di biciclette sembra aver resistito al terremoto del 20 maggio.
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